Il maschile ed il femminile nelle fiabe

 

 

Dedico queste mie riflessioni alla memoria di mia zia Cecilia, alla sua capacità di narrare fiabe, di renderle vive, di trasportare noi nipoti in un mondo magico.

Nel mio cielo Mercurio in XII casa è in aspetto armonico a Nettuno in V casa e la possibilità di entrare in un mondo altro l’ho conosciuta fin da subito attraverso i suoi racconti.

 

L’eterna danza nella volta celeste del sole e della luna ha accompagnato da sempre il cammino dell’umanità; fin dall’inizio l’uomo preistorico ha volto gli occhi al cielo per decodificare i messaggi che questo gli mandava; dal sole, dalla luna, dalle precipitazioni atmosferiche veniva la possibilità di vivere o di morire e l’uomo preistorico viveva in simbiosi totale con la terra ed il cielo.

Da sempre il sole è stato considerato datore di calore, energia, vita e la luna di acqua, di cambiamento, di crescita, ma anche di morte e l’assimilazione dell’energia solare all’uomo è della stragrande maggioranza delle culture, mentre la luna è la donna che dona si la vita e la fa crescere, ma al momento del parto consegna inesorabilmente il nascituro alla morte.

La differenza tra uomo e donna ha percorso da sempre la nostra vita sulla terra, è scritta nei riti antichissimi dei solstizi; nel solstizio d’inverno si celebra la vittoria del sole sulle tenebre, il sol invictus, è una festa dell’energia maschile ed ancora in tutto il mondo si celebra il Natale che è stato sovrapposto come periodo temporale, ai riti pagani e il 25 dicembre è il momento in cui si percepisce visivamente la crescita della luce solare; è una festa maschile, di luce, si accendono fuochi, luminarie, candele, si addobbano gli alberi di natale, l’albero, qualcosa che svetta verso l’alto, simbolo fallico, gli scambi di doni, l’abbondanza della tavola.

Il solstizio d’estate invece è una festa femminile, è il momento in cui si percepisce la massima espansione della luce solare, momento in cui la natura è al massimo rigoglio, si raccolgono il grano, le erbe, i frutti, ma allo stesso tempo c’è la percezione visiva, dal 24 di giugno festa di San Giovanni, che le giornate cominciano ad accorciarsi e si avvicina il periodo buio, la morte della vegetazione; è una festa che la cultura patriarcale dominante ha messo in sordina per i suoi riti che esaltavano la donna, la fertilità, i riti orgiastici, è una festa in cui ancora si leggono i residui di una cultura femminile capace di curare con le erbe, ma che è stata poi quasi totalmente distrutta con il più grande genocidio della storia dell’umanità: la caccia alle streghe ed ancora oggi il Natale è una festa basilare per la cultura occidentale cristiana e la festa di San Giovanni sopravvive come folclore, ma ha perso il suo significato magico.

Questa danza di femminile e maschile lo si legge nella fiabe oltre che nei miti, e nelle fiabe, tramandate da tempi antichissimi si legge la diversa concezione dei ruoli tra maschile e femminile, soprattutto nelle fiabe erotiche, quelle che normalmente non si fanno leggere ai bambini, ma che da sempre fanno parte del patrimonio orale dell’umanità.

Ogni paese ha le sue, così come ogni popolo ha la sua visione del ruolo maschile e femminile prima che questi venisse schiacciato da un cultura di dei maschili e poi dalle grandi religioni monoteiste che sono religioni del Padre, quindi dell’uomo.

Nella fiaba, in qualsiasi fiaba, c’è sempre una crisi, si parte da una situazione statica che viene sconvolta da un avvenimento; da questo punto parte il percorso dell’eroe o dell’eroina della fiaba che attraverso prove ed avventure, si scontra con mostri, draghi, prove durissime, ma ha anche aiuti magici e conquista un tesoro, oppure una principessa e il regno, ma attraverso questi simboli porta al riconoscimento del proprio maschile e del proprio femminile interno, porta alla completezza ed alla maturità e vissero felici e contenti…. fino e che l’equilibrio si rompe un’altra volta e inizia un’altra avventura per conoscere altre parti di noi.

La fiaba mima il processo di individuazione, la ricerca del sé che è il tesoro più grande ed è una ricerca individuale che passa però dall’incontro con l’altra/o e il processo di cambiamento avviene incontrando le energie dei tre dei del cambiamento: Urano, Nettuno e Plutone.

Urano è l’energia del fulmine, la rottura improvvisa e traumatica dell’equilibrio e porta l’illuminazione, l’esperienza di picco; Nettuno è il dissolversi della vecchia forma, la possibilità di perdersi nelle nebbie delle emozioni per poi riemergere completamente cambiati; Plutone è il viaggio agli inferi e il ritorno, l’incontro con il corpo e la sua sessualità che travolge, può distruggere come può illuminare.

L’attacco della favola: – c’era una volta- porta in un altro luogo ed un altro tempo, porta ad immergersi nella profondità della psiche, porta attraverso le immagini della fiaba al contatto con le proprie paure, i propri mostri interni, ma anche con il mago e la fata che sono dentro di noi; nel momento della narrazione il tempo è sospeso, si esce dalla quotidianità per entrare in un’altra dimensione in cui tutto diventa possibile ed è anche possibile scrivere la propria fiaba per trovare la chiave magica per la risoluzione dei nostri problemi contingenti, così come possiamo usare la fiaba come oracolo personale per capire il messaggio che ci invia.

Come fare? Basta prendere un libro di fiabe, estrarre a caso il numero di una pagina e leggere la fiaba corrispondente: il messaggio che contiene in quel momento è quello che ci serve! Provare per credere!

 

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